The Rolling Stones "Sticky Fingers"
Rolling Stones Records 1971 USA
Prodotto da Jimmy Miller
Registrato nel Rolling Stones' Mobile e agli Olympic Studios di Londra
Copertina: Andy Warhol
Rolling Stones Records 1971 USA
Prodotto da Jimmy Miller
Registrato nel Rolling Stones' Mobile e agli Olympic Studios di Londra
Copertina: Andy Warhol
Lato A: 1. Brown Sugar (Jagger, Richards) 2. Sway (Jagger, Richards) 3. Wild Horses (Jagger, Richards) 4. Can't You Hear Me Knocking (Jagger, Richards) 5. You Gotta Move (Fred McDowell, Rev. Gary Davis) Lato B: 1. Bitch (Jagger, Richards) 2. I Got The Blues (Jagger, Richards) 3. Sister Morphine (Jagger, Richards, Faithfull) 4. Dead Flowers (Jagger, Richards) 5. Moonlight Mile (Jagger, Richards)
Musicisti: Mick Jagger - voce, chitarra; Keith Richards - chitarra, voce; Mick Taylor - chitarra; Bill Wyman - basso, piano elettrico; Charlie Watts - batteria; Ian Stewart - pianoforte; Bobby Keyes - sassofono; Paul Buckmaster - archi; Nicky Hopkins - pianoforte; Jim Dickinson - pianoforte; Jimmy Miller - percussioni; Billy Preston - organo; Rocky Dijon - congas; Jim Price - tromba, pianoforte; Ry Cooder - chitarra; Jack Nitzche - pianoforte
Recensione:
Sticky Fingers è un album perfetto sotto ogni punto di vista, a partire dalla musica, davvero splendida per tutta la durata del disco. Il suono graffiante e curatissimo, la strumentazione assai varia, l'alternanza dei generi musicali che non guastano la linearità del suono, la copertina con zip apribile pensata da Andy Warhol, la bellezza rock dei testi, la nascita dell'etichetta discografica personale del gruppo e la creazione del mitico logo con la linguaccia, fanno di questo disco un vero e proprio capolavoro.
Particolare valore viene dato dalla scaletta dei pezzi, ancor maggiore nell'originale divisione in lato A e lato B del 33 giri. Cinque brani per lato, quarantacinque minuti in totale.
Il disco si apre con "Brown Sugar", pezzo rock per eccellenza: suono ruvido, melodia non banale ma orecchiabilissima, assolo inciso e potente. A seguire "Sway", con un Jagger da brividi e assolo ad libitum di Mick Taylor, "Wild Horses", tra le più azzeccate ballate di tutto il repertorio, e l'inconsueta "Can't You Hear Me Knocking" con il suo codazzo afro; chiude il lato la ripresa del vecchio blues "You Gotta Move" del Reverendo Gary Davis, con canto ubriaco di Jagger.
Il lato B riparte con la dura "Bitch", con cadenzato trombone, continua con la lenta, dall'atmosfera vagamente soul, "I Got The Blues" e bellissimo assolo di organo hammond, e la famosa e autobiografica "Sister Morphine" (censurata in Spagna assieme alla copertina e sostituita col la più tranquilla Let It Rock), pezzo scritto con la collaborazione di Marianne Faithfull, all'epoca fidanzata di Jagger; il disco procede col country rock di "Dead Flowers" (forti i rimandi al sound dell'amicone di Richards Gram Parsons) e chiude magnificamente con la sognante "Moonlight Mile", impreziosita dagli archi.
Un disco storico insomma, a mio parere il più grande (almeno per quanto riguarda la musica rock), ed è infatti con Sticky Fingers, dove ispirazione musicale e testi sono al loro apice, che ho voluto dar inizio a questo mio blog.
Nota: nel 1971 Bill Wyman, il più vecchio degli Stones, ha 35 anni, Jagger e Richards solo 28! L'anno dopo gli Stones sforneranno un' altra pietra miliare con "Exile On Main Street".
Buon ascolto.
Musicisti: Mick Jagger - voce, chitarra; Keith Richards - chitarra, voce; Mick Taylor - chitarra; Bill Wyman - basso, piano elettrico; Charlie Watts - batteria; Ian Stewart - pianoforte; Bobby Keyes - sassofono; Paul Buckmaster - archi; Nicky Hopkins - pianoforte; Jim Dickinson - pianoforte; Jimmy Miller - percussioni; Billy Preston - organo; Rocky Dijon - congas; Jim Price - tromba, pianoforte; Ry Cooder - chitarra; Jack Nitzche - pianoforte
Recensione:
Sticky Fingers è un album perfetto sotto ogni punto di vista, a partire dalla musica, davvero splendida per tutta la durata del disco. Il suono graffiante e curatissimo, la strumentazione assai varia, l'alternanza dei generi musicali che non guastano la linearità del suono, la copertina con zip apribile pensata da Andy Warhol, la bellezza rock dei testi, la nascita dell'etichetta discografica personale del gruppo e la creazione del mitico logo con la linguaccia, fanno di questo disco un vero e proprio capolavoro.
Particolare valore viene dato dalla scaletta dei pezzi, ancor maggiore nell'originale divisione in lato A e lato B del 33 giri. Cinque brani per lato, quarantacinque minuti in totale.
Il disco si apre con "Brown Sugar", pezzo rock per eccellenza: suono ruvido, melodia non banale ma orecchiabilissima, assolo inciso e potente. A seguire "Sway", con un Jagger da brividi e assolo ad libitum di Mick Taylor, "Wild Horses", tra le più azzeccate ballate di tutto il repertorio, e l'inconsueta "Can't You Hear Me Knocking" con il suo codazzo afro; chiude il lato la ripresa del vecchio blues "You Gotta Move" del Reverendo Gary Davis, con canto ubriaco di Jagger.
Il lato B riparte con la dura "Bitch", con cadenzato trombone, continua con la lenta, dall'atmosfera vagamente soul, "I Got The Blues" e bellissimo assolo di organo hammond, e la famosa e autobiografica "Sister Morphine" (censurata in Spagna assieme alla copertina e sostituita col la più tranquilla Let It Rock), pezzo scritto con la collaborazione di Marianne Faithfull, all'epoca fidanzata di Jagger; il disco procede col country rock di "Dead Flowers" (forti i rimandi al sound dell'amicone di Richards Gram Parsons) e chiude magnificamente con la sognante "Moonlight Mile", impreziosita dagli archi.
Un disco storico insomma, a mio parere il più grande (almeno per quanto riguarda la musica rock), ed è infatti con Sticky Fingers, dove ispirazione musicale e testi sono al loro apice, che ho voluto dar inizio a questo mio blog.
Nota: nel 1971 Bill Wyman, il più vecchio degli Stones, ha 35 anni, Jagger e Richards solo 28! L'anno dopo gli Stones sforneranno un' altra pietra miliare con "Exile On Main Street".
Buon ascolto.
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